Una mattinata speciale all’Istituto Comprensivo “Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi. E’ la giornata di chiusura del progetto Ri-Scopriamoci!, realizzato nell’ambito dell’avviso pubblico “Educare Insieme”, Dipartimento per le Politiche della Famiglia – Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oltre cento alunne ed alunni provenienti dalla sede centrale e da vari plessi. Presenti i minori stranieri non accompagnati, protagonisti del percorso. In sala docenti. tutor, facilitatrici e facilitatori. Ed inoltre sindaci, assessori e consiglieri comunali. Un progetto apprezzato da tutti, a partire da alunne ed alunni che hanno testimoniato l’esperienza con le loro voci, cartelloni e disegni, video e addirittura una canzone realizzata per l’occasione.
Significativo l’intervento del dirigente scolastico del Criscuoli, Nicola Trunfio, che ha apprezzato “le narrazioni dirette, e non mediate, da parte dei minori stranieri non accompagnati. Una forza narrativa potente, la loro, che rendono il racconto degno di essere ascoltato e conservato. In un’epoca del web, dove rimane pochissimo e tutto viene cancellato in fretta, le storie dei migranti accolti in Irpinia sono una testimonianza potentissima che vi hanno resi più consapevoli e maturi“. Così Trunfio si è rivolto alle classi in auditorium. A seguire l’intervento di Rosanna Repole, sindaca di Sant’Angelo dei Lombardi, che ha sottolineato “la capacità del progetto di fare rete tra comuni, comunità e scuole. E’ quello che stiamo cercando di fare come amministrazioni. Grazie a Irpinia 2000 Onlus per aver realizzato tutto questo nel corso del progetto“. E per l’Amministrazione comunale di Sant’Andrea di Conza, le parole del consigliere Alessio D’Angola, secondo il quale “il progetto ha avuto il merito di far conoscere ad alunne e alunni realtà geografiche diverse e di rendere tutti più consapevoli dei diritti umani, quelli negati, quelli per cui si può lottare civilmente per attuarli in ogni comunità“.

E’ stata Michèlle Farese, della direzione di Irpinia 2000 Onlus, a fare una sintesi di un percorso entusiasmante che ha visto coinvolti 233 studentesse e studenti in 13 plessi di altrettanti paesi, 4 Istituti scolastici, 20 minori stranieri non accompagnati, 19 tra tutor, facilitatrici e facilitatori, formatrici, enti partner. “Un progetto partito da lontano, pensato durante la pandemia ed accolto con entusiasmo da tutte le scuole nelle fasi successive. E, come sto vedendo, anche da chi ha frequentato i laboratori di educazione non formale ai diritti umani“, ha detto.
Spazio per le testimonianze di alunne ed alunni, con i tutor Rosanna Brundu e Carlo Rescigno. Testimonianze toccanti, vivaci, creative: segnali di un’attenzione altissima durante i laboratori. Ed ancora, le parole di Francesco Iannicelli e Teresa Gervasio, con il giovane Mbemba a concludere il giro. Le classi hanno realizzato poster, foto; hanno letto messaggi di affetto soprattutto per i minori stranieri con i quali hanno condiviso un’innovativa esperienza a scuola.

E c’è stato spazio per la valutazione d’impatto del progetto da parte di REDU (Rete Educare ai Diritti Umani), con le dottoresse Silvia Volpi e Stefania Zamparelli che in un videomessaggio hanno rimarcato la validità della proposta progettuale anche e soprattutto nella sua fase attuativa. Con la stesse che hanno invitato chi ha costruito insieme questo progetto a riproporre simili percorsi anche con l’aiuto diretto delle famiglie.

Un progetto che alla prima “edizione” è già una buona pratica da attuare per il futuro. Una sfida per rendere i diritti umani parte integrante dei percorsi didattici.


